Il mediatore ha diritto alla provvigione anche se l'affare è concluso dopo la cessazione del suo incarico, purché la sua attività precedente sia stata causalmente rilevante per la conclusione del contratto. Tuttavia, qualora l'affare sia concluso anche grazie all'intervento di un altro mediatore, la provvigione deve essere ripartita tra i mediatori in proporzione all'attività svolta da ciascuno, tenendo conto del contributo determinante del secondo mediatore per il perfezionamento dell'operazione. Il diritto alla provvigione del primo mediatore sussiste anche se il contratto definitivo presenta condizioni diverse rispetto a quelle inizialmente pattuite, purché l'affare concluso sia sostanzialmente il medesimo per il quale il mediatore aveva svolto la sua attività. Inoltre, il ritardo nella conclusione del contratto da parte degli acquirenti non integra necessariamente un comportamento di mala fede volto ad eludere il pagamento della provvigione al mediatore, qualora risulti che il prezzo finale pagato dagli acquirenti sia superiore a quello che avrebbero dovuto corrispondere in caso di tempestiva conclusione del contratto preliminare.