Il reato di cui all'art. 2 della legge n. 205 del 1993 (c.d. legge Mancino) è un reato di pericolo concreto, che sanziona le manifestazioni esteriori, suscettibili di concreta diffusione, di simboli e rituali di organizzazioni, associazioni, movimenti o gruppi che propugnano idee discriminatorie o razziste, in quanto idonee a compromettere l'ordinata e pacifica convivenza civile. Tale fattispecie si differenzia dal reato di cui all'art. 5 della legge n. 645 del 1952 (c.d. legge Scelba), che punisce il compimento, in pubbliche riunioni, di manifestazioni simboliche usuali o di gesti evocativi del disciolto partito fascista, in quanto idonei a determinare il pericolo concreto di riorganizzazione del partito fascista. Pertanto, la pubblica ostentazione di gesti e simboli dell'ideologia fascista, in un contesto rievocativo e celebrativo, accompagnata da gridi di incitamento propri delle squadre d'azione, è concretamente idonea a favorire la diffusione di idee fondate sulla superiorità o sull'odio razziale ed etnico e sulla violenza, compromettendo l'ordinata e pacifica convivenza civile, integrando il reato di cui all'art. 2 della legge n. 205 del 1993.