Il concorso pubblico è la forma generale ed ordinaria di reclutamento del personale della pubblica amministrazione, in quanto meccanismo imparziale che offre le migliori garanzie di selezione tecnica e neutrali dei più capaci sulla base del merito, garantendo l'efficienza dell'azione amministrativa. Tuttavia, il principio dell'indefettibilità del concorso pubblico non è assoluto e può essere derogato in presenza di peculiari e straordinarie esigenze di interesse pubblico, come l'esigenza di garantire alla pubblica amministrazione competenze consolidatesi all'interno dell'amministrazione stessa e non acquisibili dall'esterno, o l'avvio di riforme strutturali significative che rendano necessario un reclutamento straordinario con assorbimento del precariato storico. In tali casi, la scelta legislativa di consentire la partecipazione al reclutamento ai soli soggetti abilitati si rivela ragionevole e non disparitaria, non solleva dubbi di contrarietà con l'ordinamento dell'Unione Europea e risponde pienamente alla disciplina comunitaria, in quanto volta ad eliminare il precariato, con tendenziale ritorno ai contratti di lavoro a tempo indeterminato, previa selezione concorsuale per merito, nell'interesse pubblico alla formazione culturale dei giovani, che la scuola deve garantire attraverso personale docente qualificato. La clausola di Bando che subordina la partecipazione al concorso al possesso del decreto di riconoscimento del titolo abilitante conseguito all'estero, non è pertanto contraria ai principi unionali, in quanto il procedimento valutativo e comparativo fra i due titoli può anche concludersi con l'adozione, da parte dell'amministrazione, di un provvedimento che imponga al possessore del titolo un periodo pratico di tirocinio onde acquisire la professionalità ritenuta mancante, rendendo così legittima la previsione di tale requisito di partecipazione. Inoltre, nelle procedure straordinarie di reclutamento è d'uso individuare una soglia temporale di sbarramento, interdicendo la partecipazione ai soggetti che abbiano ottenuto i titoli necessari oltre una certa data, scelta legislativa che la Corte Costituzionale ha sempre convalidato, giustificandola con la ragion di assorbimento del precariato storico, che a sua volta giustifica il reclutamento straordinario.