Il furto commesso con destrezza ai danni di una persona anziana, che versa in condizioni di minorata difesa per ragioni di età, integra la fattispecie aggravata di cui agli artt. 624 e 625, comma 1, n. 4 e n. 5 c.p. Ai fini del riconoscimento della circostanza aggravante della destrezza, è sufficiente che l'agente abbia posto in essere un comportamento caratterizzato da particolare abilità, astuzia o avvedutezza, idoneo a sorprendere, attenuare o eludere la sorveglianza sul bene sottratto, senza che sia necessario che la vittima versi in una situazione di disattenzione o momentaneo allontanamento dalla cosa. L'età avanzata della persona offesa, che ne abbia compromesso la lucidità e la prontezza di riflessi, integra la nozione di "incapacità per età" di cui al nuovo testo dell'art. 624, comma 3, c.p., determinando la procedibilità d'ufficio del reato, anche in caso di intervenuta remissione di querela da parte della stessa persona offesa. Sussistono, pertanto, i presupposti per la condanna dell'imputato alla pena detentiva, senza possibilità di sostituzione con le pene sostitutive di cui all'art. 20 bis c.p., in ragione della gravità del fatto, dei motivi a delinquere e delle condizioni personali dell'imputato, irregolare sul territorio nazionale, privo di occupazione e con numerosi precedenti penali.