Cassazione penale Sez. III sentenza n. 19975 del 11 maggio 2023

ECLI:IT:CASS:2023:19975PEN

Massima

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La massima giuridica che può essere estratta dalla sentenza è la seguente: Il reato di associazione finalizzata al traffico di stupefacenti di cui all'art. 74 del D.P.R. n. 309/1990 si configura quando vi sia la prova di un vincolo associativo stabile e duraturo tra gli imputati, desumibile non solo da atti formali di investitura, ma anche da elementi indiziari quali i contatti continui tra i complici, la disponibilità di beni necessari per le operazioni delittuose, le forme organizzative utilizzate, la commissione di reati rientranti nel programma criminoso e le loro specifiche modalità esecutive. La ripetuta commissione, in concorso con altri partecipi, di reati-fine dell'associazione può integrare gravi, precisi e concordanti indizi della partecipazione al reato associativo, superabili solo con la prova contraria dell'assenza di un vincolo preesistente con i correi. Ai fini dell'accertamento dell'animus necandi nel tentato omicidio, in assenza di esplicite ammissioni da parte dell'imputato, la prova del dolo può essere desunta da elementi esterni, quali i mezzi usati, la direzione e l'intensità dei colpi, la distanza del bersaglio, la parte del corpo attinta, le situazioni di tempo e di luogo, il comportamento antecedente e susseguente al reato, la reiterazione dei colpi e tutti quegli elementi che, secondo il criterio del "quod plerumque accidit", abbiano un valore sintomatico. La scarsa entità o l'inesistenza delle lesioni provocate alla persona offesa non esclude di per sé l'intenzione omicida, potendo essere rapportabili a fattori indipendenti dalla volontà dell'agente. Il dolo diretto, anche nella forma del dolo alternativo, è compatibile con il tentativo di omicidio. Il giudizio di bilanciamento tra circostanze eterogenee rientra nella discrezionalità del giudice di merito, che non è tenuto a una specifica e dettagliata motivazione quando la pena sia determinata in misura lievemente superiore al minimo edittale.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GENTILI Andrea - Presidente

Dott. REYNAUD Gianni Filippo - Consigliere

Dott. MACRI' Ubalda - Consigliere

Dott. ANDRONIO Alessandro - rel. Consigliere

Dott. MAGRO Maria Beatrice - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
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