Cassazione penale Sez. IV sentenza n. 3709 del 30 gennaio 2023

ECLI:IT:CASS:2023:3709PEN

Massima

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Il reato di associazione per delinquere di cui all'art. 416 c.p. si caratterizza per la sussistenza di tre elementi fondamentali: a) un vincolo associativo tendenzialmente permanente o comunque stabile, destinato a durare anche oltre la realizzazione dei delitti concretamente programmati; b) l'indeterminatezza del programma criminoso; c) l'esistenza di una struttura organizzativa, sia pur minima, ma idonea e adeguata a realizzare gli obiettivi criminosi presi di mira. La prova del vincolo associativo può desumersi dalle modalità esecutive dei reati-fine e dalla loro ripetizione, dai rapporti tra gli autori, dalla ripartizione dei ruoli fra i vari soggetti in vista del raggiungimento di un comune obiettivo e dall'esistenza di una struttura organizzativa, anche non particolarmente complessa, indicativa della continuità temporale del vincolo criminale. L'appartenenza di un soggetto all'associazione può essere ritenuta anche in base alla partecipazione ad un solo reato fine, qualora il ruolo svolto e le modalità dell'azione siano tali da evidenziare la sussistenza del vincolo. Nell'associazione per delinquere il programma criminoso prevede la commissione di un numero indeterminato di delitti, un accordo criminoso stabile per la commissione dei delitti programmati, la predisposizione di un'organizzazione, seppure minima, di uomini e mezzi, funzionale alla realizzazione del programma, la consapevolezza degli associati di far parte di un sodalizio e di essere disponibili a operare nel tempo per l'attuazione del programma criminoso. Non è necessaria la preventiva attribuzione di ruoli, l'esistenza di rapporti di subordinazione fra partecipi, l'esistenza di un capo. L'elemento distintivo fra l'associazione e il concorso di persone nel reato continuato è che nell'associazione l'accordo criminoso è stabile e diretto all'attuazione di una serie indeterminata di delitti, mentre nel concorso i soggetti si uniscono esclusivamente per commettere delitti già tutti, ab origine, individuati. Quanto alla natura degli esplosivi utilizzati, integra il delitto di detenzione di esplosivi e non il reato contravvenzionale di detenzione abusiva di materie esplodenti, la condotta che abbia ad oggetto materiali pirotecnici che, pur non micidiali se singolarmente considerati, in determinate condizioni, quali l'ingente quantità, il precario confezionamento e la forte instabilità, la concentrazione in un ambiente angusto, la prossimità a luoghi frequentati da persone, costituiscono pericolo per persone o cose, assumendo nel loro insieme la caratteristica della micidialità. Quanto alla desistenza volontaria, essa ricorre quando la decisione di interrompere l'azione criminosa è operata in una situazione di libertà interiore, indipendente da circostanze esterne che rendono irrealizzabile o troppo rischioso il proseguimento dell'azione criminosa. Infine, l'applicazione della recidiva deriva dalla valutazione che la reiterazione dell'illecito è sintomo di maggiore colpevolezza e pericolosità, tenuto conto della natura del reato, della qualità del comportamento, della distanza temporale dalle precedenti condotte.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUARTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CIAMPI Francesco Mar - rel. Presidente

Dott. FERRANTI Donatella - Consigliere

Dott. BRUNO Mariarosaria - Consigliere

Dott. CENCI Daniele - Consigliere

Dott. VIGNALE Lucia - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sui ricorsi proposti da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 02/03/2021 della CORTE APPELLO di BOLOGNA;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Presidente CIAMPI FRANCESCO MARIA;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore DI NARDO MARILIA che ha concluso chiedendo dichiararsi inammissibili i ricorsi.
RITENUTO IN FATTO
1. Gli od…

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