Il titolare della posizione di garanzia in materia di prevenzione degli infortuni sul lavoro è destinatario dell'obbligo di tutela imposto dalla legge, per cui l'omessa applicazione di una cautela antinfortunistica è addebitabile a ciascuno dei titolari di tale posizione, anche se intervenuti in tempi diversi. La causalità additiva o cumulativa consente di configurare il nesso causale tra l'evento e ciascuna delle riscontrate omissioni, essendo ognuna di esse essenziale alla produzione dell'evento. L'elemento soggettivo della colpa è integrato anche quando il titolare della posizione di garanzia non abbia adeguatamente valutato i rischi presenti nel luogo di lavoro e non abbia predisposto idonee misure di prevenzione, nonostante l'esistenza di specifiche prescrizioni. La condotta colposa del lavoratore può interrompere il nesso causale solo quando sia abnorme, ovvero quando attivi un rischio eccentrico od esorbitante dalla sfera di rischio governata dal soggetto titolare della posizione di garanzia. Il giudizio controfattuale deve valutare se le misure adottate successivamente all'evento sarebbero state sufficienti ad evitarlo. La diversità di trattamento sanzionatorio tra i coimputati non costituisce vizio di motivazione, salvo che il giudizio di merito sul diverso trattamento sia sostenuto da asserzioni irragionevoli o paradossali.