Cassazione penale Sez. III sentenza n. 32121 del 7 agosto 2024

ECLI:IT:CASS:2024:32121PEN

Massima

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Il reato di maltrattamenti in famiglia di cui all'art. 572 c.p. può trovare applicazione nei rapporti di lavoro subordinato solo ove ricorra il presupposto della "para-familiarità", intesa come sottoposizione di una persona all'autorità di un'altra in un contesto di prossimità permanente, di abitudini di vita proprie delle comunità familiari, nonché di affidamento, fiducia e soggezione del sottoposto rispetto all'azione di chi ha la posizione di supremazia. Tali indici di "para-familiarità" non devono necessariamente sussistere tutti congiuntamente, essendo sufficiente la presenza di uno o più di essi. Tuttavia, il mero rapporto di subordinazione gerarchica tipico del rapporto di lavoro, anche in un contesto di piccole dimensioni come quello di un Ordine professionale, non è di per sé sufficiente a integrare il presupposto della "para-familiarità" richiesto per la configurabilità del delitto di maltrattamenti. Pertanto, in assenza di vincoli più profondi e di comunanza, oltre quelli meramente lavorativi, il giudice di merito può legittimamente escludere la sussistenza del reato di cui all'art. 572 c.p. Inoltre, il giudice d'appello che confermi la sentenza di proscioglimento di primo grado impugnata dal pubblico ministero per motivi attinenti alla valutazione della prova dichiarativa non ha l'obbligo di rinnovare l'istruzione dibattimentale, in quanto tale obbligo va visto in stretta correlazione con il principio dell'"oltre ogni ragionevole dubbio", necessario per condannare e non già per assolvere. Infine, il pubblico ministero è privo di legittimazione ad impugnare la condanna della parte civile al risarcimento del danno in favore dell'imputato assolto, trattandosi di statuizione avente ad oggetto interessi di natura squisitamente civilistica, alla cui impugnazione è legittimata la sola parte civile.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta da:

Dott. GALTERIO Donatella - Presidente

Dott. CORBO Antonio - Consigliere

Dott. GALANTI Alberto - Consigliere

Dott. ANDRONIO Alessandro Maria - Consigliere

Dott. BOVE Valeria - Relatore

ha pronunciato la seguente

SENTENZA
sul ricorso proposto da
Procuratore Generale della Repubblica presso la Corte di appello di Lecce Sezione distaccata di Taranto
Nel procedimento a carico di
Sc.Ri. nato a M. il (Omissis)
Ch.Ma. nato a G. il (Omissis)
La.To. nato a T. il (Omissis)
Gi.Te. nato a T. il (Omissis)
Ar.Lu. nato a T. il (Omissis)
Br.Lu. nato a T. il (Omissis)
Ca.An. nato a T. il (Omissis)
Pe.Gr. nato a M. il (Omissis)
inoltre Parti civili
Ge.Gr., nata a T. il (Omissis)
Qu.Gi., nato a T. il (Omissis)
avverso la sentenza del 28/06/2023 della Corte di appello di Lecce - Sezione distaccat…

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