Cassazione penale Sez. II sentenza n. 27386 del 22 giugno 2023

ECLI:IT:CASS:2023:27386PEN

Massima

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Il delitto di attribuzione fittizia di titolarità o disponibilità di denaro, beni o altre utilità, previsto dall'art. 512-bis c.p., richiede la dimostrazione di una condotta traslativa, volta a dissimulare la reale titolarità o disponibilità di un bene-valore, al fine di eludere le misure di prevenzione patrimoniali. Non integrano tale fattispecie incriminatrice i meri atti di gestione, che non producono effetti traslativi, né la costituzione di società con conferimenti effettivi, ancorché riconducibili a soggetti passibili di misure di prevenzione. L'aggravante del metodo mafioso, di cui all'art. 416-bis.1 c.p., richiede la dimostrazione di una coercizione avvertita dalla vittima come proveniente da soggetti che spendono una "potestà impositiva territoriale" aliunde formata, e non può essere riconosciuta sulla base della sola modalità di richiesta estorsiva, in assenza di elementi che rivelino il collegamento con un contesto mafioso.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ROSI Elisabetta - Presidente

Dott. VERGA Giovanna - Consigliere

Dott. PELLEGRINO Andrea - Consigliere

Dott. PERROTTI Massimo - rel. Consigliere

Dott. LEOPIZZI Alessandro - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 27/5/2021 della Corte di appello di Palermo;
processo nel quale e' costituito parte civile 5MELIA Salvatore;
visti gli atti, il provvedimento impugnato ed i ricorsi;
udita la relazione svolta dal consigliere Massimo Perrotti;
udito il Pubblico ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale, Dott. Giulio Romano, che ha chiesto…

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