Il regime detentivo differenziato di cui all'art. 41-bis ord. pen. può essere applicato ai detenuti per reati di terrorismo o eversione dell'ordine democratico, anche internazionale, quando sussistono elementi che fanno ritenere la permanenza di collegamenti con l'associazione criminale di appartenenza. Il tribunale di sorveglianza, nel decidere sul reclamo avverso il decreto ministeriale di applicazione o proroga di tale regime, deve verificare la sussistenza dei presupposti normativi, valutando la situazione personale del detenuto, il suo ruolo nell'associazione, la perdurante operatività della stessa e l'assenza di segnali dissociativi, al fine di accertare la ragionevole probabilità del mantenimento di contatti con l'organizzazione criminale anche in regime detentivo ordinario, a tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica. Il sindacato di legittimità della Corte di cassazione è limitato al controllo sulla violazione di legge, senza possibilità di rivalutare il merito delle valutazioni compiute dal tribunale di sorveglianza.