Cassazione penale Sez. III sentenza n. 26277 del 19 giugno 2023

ECLI:IT:CASS:2023:26277PEN

Massima

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Il reato di associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti di cui all'art. 74 del D.P.R. n. 309/1990 può essere integrato anche da una struttura associativa di modeste dimensioni, composta da un numero esiguo di partecipanti, anche legati da vincoli familiari, purché dotata di una sufficiente stabilità e organizzazione, idonea a fornire un supporto stabile alle singole deliberazioni criminose. A tal fine, rilevano elementi quali l'utilizzo di canali di comunicazione criptati, la disponibilità comune di luoghi adibiti allo stoccaggio e alla cessione della droga, la suddivisione dei ruoli e dei compiti tra i sodali, l'esistenza di una cassa comune destinata anche alle esigenze di tutela legale dei partecipanti, nonché la capacità di gestire ingenti quantitativi di stupefacenti e di trarne rilevanti profitti. Tali elementi, anche se non configurano una struttura gerarchica e verticistica, possono comunque integrare gli estremi di una associazione criminale, purché dimostrino la sussistenza di un vincolo stabile e di un'organizzazione, seppur rudimentale, finalizzata al conseguimento degli scopi illeciti. La prova dell'appartenenza all'associazione può inoltre desumersi anche dall'accertamento dell'assistenza legale fornita ad un partecipe e dell'aiuto economico assicurato ai suoi familiari, una volta che costui sia tratto in arresto, in quanto tali condotte sono prestate a vantaggio dell'intera consorteria e non solo della persona assistita. Pertanto, il giudice di merito, nel ribaltare una pronuncia assolutoria di primo grado, ha l'obbligo di una motivazione rafforzata, che confuti specificamente i principali argomenti posti a fondamento della decisione di proscioglimento, dimostrando in modo rigoroso l'incompletezza o l'incoerenza di tale pronuncia, senza limitarsi a una mera diversa valutazione delle risultanze probatorie.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. LIBERATI Giovanni - Presidente

Dott. GENTILI Andrea - Consigliere

Dott. REYNAUD Gianni Filippo - Consigliere

Dott. GALANTI Alberto - Consigliere

Dott. MAGRO M.Beatrice - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 05/04/2022 della CORTE APPELLO di MILANO;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere MARIA BEATRICE MAGRO;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore FRANCESCA COSTANTINI che ha concluso chiedendo l'inammissibilità dei ricorsi.
L'avvocato (OMISS…

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