Il risultato positivo dell'accertamento mediante etilometro costituisce prova dello stato di ebbrezza dell'imputato, in quanto tale strumento è considerato affidabile in ragione dei controlli periodici volti a verificarne il perdurante funzionamento successivamente all'omologazione e alla taratura. Pertanto, l'onere di provare il malfunzionamento o l'inattualità dei prescritti controlli dell'etilometro grava sulla difesa dell'imputato, la quale può assolvere a tale onere mediante l'escussione del dirigente del reparto addetto ai controlli o la produzione di copia del libretto metrologico dello strumento. La richiesta di rito abbreviato da parte dell'imputato implica l'accettazione della piena utilizzabilità probatoria degli esiti dell'accertamento etilometrico, non essendo configurabili in tale ipotesi inutilizzabilità patologiche o nullità assolute. Quanto alla concessione della sospensione condizionale della pena, il giudice di merito può limitarsi a indicare gli elementi, tra cui i precedenti giudiziari, ritenuti prevalenti in senso ostativo alla sospensione, senza l'obbligo di esaminare tutti i fattori indicati dall'art. 133 c.p.