Il ruolo di organizzatore di una piazza di spaccio di sostanze stupefacenti, nell'ambito di un'associazione finalizzata al traffico di droga, può essere desunto da elementi indiziari quali: la chiamata in correità di un collaboratore di giustizia, che riferisce del coinvolgimento dell'indagato nella gestione della piazza e nell'approvvigionamento degli spacciatori; le intercettazioni ambientali, che documentano il ruolo di intermediario dell'indagato tra i vertici dell'associazione e i pusher, nonché le sue attività di rifornimento e di riorganizzazione della piazza di spaccio; la valutazione complessiva di tali elementi, alla luce dei criteri di cui all'art. 192, comma 3, c.p.p., che impongono di verificarne l'attendibilità intrinseca e l'esistenza di riscontri esterni. Il giudizio di gravità del quadro indiziario, fondato su tale valutazione, è incensurabile in sede di legittimità, se sorretto da motivazione congrua e immune da vizi logici o giuridici, senza che sia possibile sollecitare una diversa ricostruzione dei fatti.