Il diritto di accesso agli atti da parte del consigliere comunale, pur essendo ampio e funzionale all'esercizio del mandato elettivo, non è illimitato e incondizionato. Esso trova un limite nel principio di proporzionalità dell'azione amministrativa, qualora la richiesta di accesso, per la sua sistematicità e ampiezza, si traduca in una innovazione organizzativa radicale e in un nuovo modello procedimentale a carico dell'amministrazione comunale, tale da congestionare ingiustificatamente gli uffici e compromettere l'ordinario svolgimento delle attività istituzionali. In tali ipotesi, il bilanciamento tra il diritto di accesso del consigliere e l'esigenza di buon andamento e funzionalità della pubblica amministrazione impone di modulare l'esercizio del diritto di accesso, privilegiando modalità che, pur soddisfacendo le esigenze conoscitive del consigliere, non determinino un eccessivo aggravio organizzativo per l'ente. Resta ferma, invece, la prevalenza del diritto di accesso del consigliere comunale rispetto alla riservatezza di terzi, in quanto il consigliere è comunque tenuto al segreto d'ufficio.