Il giudice di merito, nel valutare l'attendibilità delle dichiarazioni della persona offesa minorenne in un procedimento per reati sessuali, deve condurre un esame onnicomprensivo, tenendo conto non solo della coerenza intrinseca del racconto, ma anche di tutte le circostanze concrete che possono influire sulla credibilità del testimone, come la sua condizione personale, la maturità sessuale e comportamentale, le dinamiche familiari e i processi di rielaborazione delle vicende vissute. Tali elementi devono essere valutati nel loro complesso, senza limitarsi a singoli dati estrapolati dal contesto, al fine di verificare la consistenza e la decisività degli stessi ai fini della motivazione. Eventuali incongruenze o omissioni valutative, che non siano inequivocabilmente munite di chiaro carattere di decisività, non possono determinare l'annullamento della sentenza per vizio di motivazione, essendo necessario che l'impugnazione si confronti funditus con la ratio decidendi espressa dal giudice di merito.