Cassazione penale Sez. V sentenza n. 24841 del 8 giugno 2023

ECLI:IT:CASS:2023:24841PEN

Massima

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Il luogo di pertinenza di una parrocchia, destinato ad attività educative e ricreative per i giovani, come l'oratorio, costituisce privata dimora ai fini dell'integrazione del reato di violazione di domicilio, in quanto sottoposto alla custodia e al potere di esclusione del parroco, quale titolare e amministratore dei beni parrocchiali. Ciò anche in relazione a locali interni all'oratorio, come il bagno, che sono riservati all'uso privato degli utenti. La circostanza che la dottrina cristiana suggerisca un'apertura indiscriminata all'accoglienza non esclude il potere del parroco di determinare i criteri di accesso all'oratorio, in ragione delle finalità educative e di svago cui esso è destinato, analogamente a quanto avviene per altri luoghi riservati all'educazione, come gli asili nido. Pertanto, l'ingresso non autorizzato in un oratorio, struttura chiusa a chiave e dotata di ufficio di segreteria e di bagno, oltre che di altri locali, integra il reato di violazione di domicilio, non potendosi applicare la giurisprudenza che nega tale qualificazione ai luoghi di culto in senso canonico, aperti tendenzialmente a tutti i fedeli.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MICCOLI Grazia - Presidente

Dott. PISTORELLI Luca - Consigliere

Dott. SESSA Renata - Consigliere

Dott. SGUBBI Vincenz - rel. Consigliere

Dott. CIRILLO Pierangelo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 08/11/2022 della CORTE APPELLO di MILANO;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
sentita la relazione svolta dal Consigliere Dr. VINCENZO SGUBBI;
lette le conclusioni scritte del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Dr. PASSAFIUME SABRINA, che ha concluso chiedendo l'annullamento senza rinvio per difetto della condizione di
procedibilita'.
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIIRITTO
1. Con …

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