Cassazione penale Sez. V sentenza n. 18883 del 5 maggio 2023

ECLI:IT:CASS:2023:18883PEN

Massima

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Il delitto di diffamazione a mezzo stampa o con qualsiasi altro mezzo di pubblicità, ai sensi dell'art. 595 c.p., comma 3, può essere punito con la pena detentiva solo in casi eccezionali, quando la condotta si caratterizzi per una gravità straordinaria, tale da integrare un'istigazione all'odio e alla violenza nei confronti della persona offesa. Il giudice, nell'esercizio del suo potere discrezionale, deve motivare adeguatamente tale valutazione, tenendo conto del ruolo pubblico della persona offesa e del contesto specifico in cui si inserisce la condotta diffamatoria, al fine di verificare se oltre alla diffamazione vi sia anche un incitamento significativo a determinare il lettore a compiere un'azione violenta o a suscitare odio verso la persona offesa. In mancanza di tali elementi, la pena detentiva non può essere applicata, dovendosi invece irrogare la sola pena pecuniaria prevista dalla norma.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PEZZULLO Rosa - Presidente

Dott. CANANZI Francesc - rel. Consigliere

Dott. SCORDAMAGLIA Irene - Consigliere

Dott. CUOCO Michele - Consigliere

Dott. CIRILLO Pierangelo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 07/02/2022 della CORTE APPELLO di CATANZARO;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere CANANZI FRANCESCO;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore CERONI FRANCESCA che ha concluso chiedendo il rigetto del ricorso.
udito l'avvocato (OMISSIS) nell'interesse della parte civile (OMISSIS), che ha illustrato la memoria gia' depositata e ha depositat…

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