Cassazione penale Sez. V sentenza n. 19868 del 10 maggio 2023

ECLI:IT:CASS:2023:19868PEN

Massima

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La condotta distrattiva di un imprenditore individuale, realizzata attraverso la cessione di un bene immobile di sua proprietà a un familiare per l'adempimento di un precedente impegno assunto, integra il reato di bancarotta preferenziale ex art. 216, comma 3, l. fall. e non quello di bancarotta fraudolenta per distrazione, in quanto tale operazione, pur diminuendo il patrimonio del debitore in stato di insolvenza, costituisce il pagamento di un creditore a preferenza di altri, senza che sia necessario accertare la sussistenza di un intento di favorire il familiare. Infatti, l'ordinamento italiano non distingue tra i debiti di un imprenditore individuale in ragione della natura civile o commerciale degli stessi, in quanto non consente limitazioni della garanzia patrimoniale in funzione della causa sottesa alle obbligazioni contratte, tutte ugualmente rilevanti sotto il profilo dell'esposizione del debitore al fallimento. Pertanto, il fatto di aver adempiuto a un precedente impegno assunto nei confronti di un familiare, pur comportando una diminuzione del patrimonio del debitore in stato di insolvenza, integra la fattispecie di bancarotta preferenziale, meno grave rispetto a quella di bancarotta fraudolenta per distrazione, essendo sufficiente l'accertamento dell'avvenuto pagamento di un creditore in pregiudizio degli altri. Inoltre, l'accertamento della qualità di amministratore di fatto di un soggetto, ai fini della responsabilità per il reato di bancarotta, richiede la valutazione della presenza di elementi sintomatici del suo inserimento organico con funzioni direttive in qualsiasi fase della sequenza organizzativa, produttiva o commerciale dell'attività della società, come i rapporti con i dipendenti, i fornitori o i clienti, ovvero in qualunque settore gestionale dell'attività aziendale, senza che sia necessario il riscontro di una formale investitura. Tale accertamento costituisce oggetto di una valutazione di fatto insindacabile in sede di legittimità, ove sostenuta da congrua e logica motivazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SABEONE Gerardo - Presidente

Dott. DE GREGORIO Eduardo - rel. Consigliere

Dott. PEZZULLO Rosa - Consigliere

Dott. SESSA Renata - Consigliere

Dott. BIFULCO Daniela - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 16/03/2021 della CORTE APPELLO di TRIESTE;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. EDUARDO DE GREGORIO;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Dr. PASSAFIUME SABRINA.
RITENUTO IN FATTO
Con la sentenza impugnata la Corte d'Appello di Trieste ha riformato - per quanto ora di interesse - la pronunzia di primo grado di…

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