Il giudice amministrativo, nel contenzioso elettorale, può ammettere come principio di prova le dichiarazioni sostitutive di atto di notorietà rese dai rappresentanti di lista, purché siano ampiamente circostanziate e consentano di desumere con chiarezza cosa sia effettivamente avvenuto durante lo scrutinio delle schede elettorali. Tuttavia, il giudice mantiene il libero apprezzamento circa l'attendibilità di tali dichiarazioni, potendo disattenderle ove risultino contraddittorie, generiche o in contrasto con gli atti ufficiali. Inoltre, il giudice non è tenuto a disporre ulteriori attività istruttorie ufficiose ove le dichiarazioni prodotte non forniscano sufficienti elementi per ritenere viziato il procedimento elettorale. Infine, il giudice deve valutare l'effettiva incidenza delle irregolarità denunciate sul risultato elettorale, rigettando il ricorso ove le stesse non siano idonee a modificare il responso delle urne.