Il giudice dell'esecuzione, nel revocare l'ordine di demolizione di un immobile oggetto di condono edilizio, deve verificare la legittimità del sopravvenuto atto concessorio, accertando la sussistenza dei presupposti per la sua emanazione, con riguardo alla disciplina applicabile, alla legittimazione del richiedente, alla tempestività della domanda, al rispetto dei requisiti strutturali e temporali per la sanabilità dell'opera e, ove l'immobile edificato ricada in zona vincolata, al tipo di vincolo esistente nonché alla sussistenza dei requisiti volumetrici o di destinazione assentibili. Il giudice non può limitarsi ad applicare pedissequamente il giudicato amministrativo senza effettuare i doverosi controlli sui presupposti del condono, in particolare sull'ultimazione dell'opera entro il termine previsto, sul rispetto del limite di cubatura nel 30% della volumetria legittima preesistente, e sull'assenza di vincoli di inedificabilità assoluta, come quello derivante dal Decreto Ministeriale 1 aprile 1968, n. 1404 relativo alle distanze da osservarsi dal nastro stradale, che non consentiva la sanatoria ai sensi della L. n. 47 del 1985, articolo 32.