Cassazione penale Sez. IV sentenza n. 21450 del 19 maggio 2023

ECLI:IT:CASS:2023:21450PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: La responsabilità penale per reati ambientali, quali il disastro ambientale e l'inquinamento delle acque, richiede un accertamento rigoroso e puntuale della fonte primaria dell'inquinamento, non potendosi fondare su meri criteri presuntivi di compatibilità tra le sostanze inquinanti rinvenute e il ciclo produttivo svolto dall'imputato. L'individuazione della fonte inquinante deve basarsi su un'analisi tecnica approfondita dell'andamento della falda idrica, delle matrici di terreno e di eventuali fonti alternative di contaminazione, al fine di escludere ragionevolmente ogni dubbio sulla riconducibilità dell'inquinamento all'attività dell'imputato. In assenza di tale prova rigorosa, il giudice è tenuto a pronunciare sentenza di proscioglimento per insussistenza del fatto, non potendosi ricorrere alla declaratoria di estinzione del reato per prescrizione laddove gli atti processuali evidenzino in modo manifesto e incontestabile l'innocenza dell'imputato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUARTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SERRAO Eugenia - Presidente

Dott. BRUNO Mariarosaria - Consigliere

Dott. CENCI Daniele - Consigliere

Dott. MARI Attilio - rel. Consigliere

Dott. NOCERA Andrea - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 11/03/2022 della CORTE APPELLO di L'AQUILA;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere ATTILIO MARI;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore LUIGI ORSI che ha concluso chiedendo di dichiarare inammissibile il ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. La Corte d'appello di L'Aquila, con la sentenza indicata in epigrafe, ha riformato la sentenza emessa il 11/10/…

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