Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 9384 del 6 marzo 2023

ECLI:IT:CASS:2023:9384PEN

Massima

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Il reato di maltrattamenti contro familiari e conviventi (art. 572 c.p.) è configurabile quando l'autore e la vittima siano legati da un rapporto di convivenza, inteso come comunione materiale e spirituale di vita, caratterizzata dalla spontaneità della decisione, liberamente revocabile, di condividere un progetto di vita comune, a prescindere dalla coabitazione. La nozione di convivente, rilevante ai fini dell'applicazione della norma, deve essere desunta dalla definizione contenuta nella legge n. 76 del 2016 sulle unioni civili e convivenze di fatto, che ha recepito l'elaborazione giurisprudenziale in materia, secondo cui il convivente è la persona che convive con la vittima in una relazione intima, nello stesso nucleo familiare in modo stabile e continuo, legata da vincoli affettivi di coppia e di reciproca assistenza morale e materiale, non vincolata da rapporti di parentela, affinità o adozione, da matrimonio o da un'unione civile. Qualora manchi il requisito della convivenza, pur essendovi una relazione affettiva tra autore e vittima, si configura il reato di atti persecutori aggravati (art. 612-bis, comma 2, c.p.), in quanto il legame sentimentale, anche cessato, facilita la commissione del reato, consentendo all'autore di sfruttare la fiducia e l'intimità pregressa per invadere la sfera più personale della vittima. L'accertamento della sussistenza della convivenza o della mera relazione affettiva è rimesso al giudice di merito, il quale deve valutare complessivamente tutti gli elementi fattuali, anche in assenza di coabitazione, tenendo conto della spontaneità della decisione di condividere un progetto di vita comune, della comunione materiale e spirituale, della reciproca assistenza economica e morale, della responsabilità genitoriale, della riconoscibilità della coppia da parte dei contesti sociali e familiari, nonché dell'effettiva interruzione o assenza di tali elementi, anche a seguito della cessazione della relazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FIDELBO Giorgio - Presidente

Dott. GALLUCCI Enrico - Consigliere

Dott. DI NICOLA T. Paola - rel. Consigliere

Dott. TRIPICCIONE Debora - Consigliere

Dott. DI GIOVINE Ombretta - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 16 dicembre 2019 della Corte di appello di Messina;
visti gli atti, la sentenza impugnata e il ricorso;
sentita la relazione svolta dalla Consigliera Dott.ssa DI NICOLA TRAVAGLINI Paola;
letta la requisitoria del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale Dott. LETTIERI Nicola, che ha concluso per l'accoglimento del ricorso e per l'annullamento con rinvio della sentenza, dovendo qualificarsi le condotte…

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