Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 25383 del 13 giugno 2023

ECLI:IT:CASS:2023:25383PEN

Massima

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Il maltrattamento in famiglia è un reato grave che può essere accertato anche sulla base di dichiarazioni della persona offesa ritenute credibili e coerenti dal giudice, a prescindere dalla successiva remissione di querela, qualora emergano riscontri esterni che confermino la fondatezza delle accuse. Il pericolo concreto di reiterazione del reato e di inquinamento probatorio, desumibili dalla personalità violenta dell'indagato, dalla gravità e modalità delle condotte e dalla pregressa condanna per analoghi fatti, legittimano l'applicazione di misure cautelari personali, come l'allontanamento dalla casa familiare e il divieto di avvicinamento, anche con l'ausilio di dispositivi elettronici di controllo, a tutela della vittima e del minore eventualmente coinvolto, a prescindere dalla successiva ritrattazione della persona offesa, che può essere ricondotta a pressioni e minacce subite dall'indagato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FIDELBO Giorgio - Presidente

Dott. CAPOZZI Angelo - Consigliere

Dott. CALVANESE Ersilia - Consigliere

Dott. DI GERONIMO Paolo - Consigliere

Dott. DI GIOVINE Ombret - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 06/02/2023 del Tribunale di Roma;
visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Ombretta di Giovine;
letta la requisitoria del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Perla Lori, che ha concluso chiedendo che il ricorso sia rigettato.
RITENUTO IN FATTO
1. Con l'ordinanza sopra indicata, il Tribunale di Roma,, in veste di giudice del riesame, acco…

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