Cassazione penale Sez. I sentenza n. 20856 del 16 maggio 2023

ECLI:IT:CASS:2023:20856PEN

Massima

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Il collaboratore di giustizia che abbia dato prova di ravvedimento e di regolare condotta in carcere, partecipando adeguatamente alle attività trattamentali e beneficiando positivamente di permessi premio, può accedere ai benefici penitenziari previsti dalla legge, previo un giudizio complessivo della sua personalità e del suo percorso detentivo da parte del Tribunale di sorveglianza. Tale valutazione globale non può limitarsi a considerazioni superficiali o a meri riferimenti a pendenze giudiziarie minori, ma deve esaminare in modo puntuale e approfondito tutti gli elementi positivi emersi, giustificando adeguatamente le ragioni per le quali l'ammissione alla detenzione domiciliare possa ritenersi ancora prematura, al fine di garantire il pieno rispetto del principio di individualizzazione del trattamento penitenziario.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BONI Monica - Presidente

Dott. LIUNI Teresa - Consigliere

Dott. RUSSO Carmine - Consigliere

Dott. RENOLDI Carlo - rel. Consigliere

Dott. MELE E.Maria - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del Tribunale di sorveglianza di Roma in data 28/09/2022;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal consigliere Carlo Renoldi;
letta la requisitoria del Pubblico ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Piergiorgio Morosini, che ha concluso chiedendo l'annullamento con rinvio dell'ordinanza impugnata.
RITENUTO IN FATTO
1. Con ordinanza in data 28/09/2022, il Tribunale di sorveglian…

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