Il confine tra fondi confinanti deve essere individuato sulla base di una attenta ricostruzione storica della provenienza dei beni, valorizzando gli atti di acquisto, i testamenti e le planimetrie catastali, al fine di accertare l'esatta linea di demarcazione tra le proprietà, senza che rilevi la contestazione del titolo di proprietà da parte di uno dei confinanti. Nell'ambito dell'azione di regolamento di confini, il giudice è tenuto a provvedere nel merito indicando il confine come delineato nelle mappe catastali, anche in assenza di una prova compiuta da entrambe le parti, atteso che l'onere della prova grava su ciascuna di esse. Qualora sia accertata l'esistenza di una servitù di passaggio pedonale costituita volontariamente e menzionata negli atti di trasferimento, il giudice deve individuarne il percorso privilegiando la soluzione che comporti il minor pregiudizio per il fondo servente, in applicazione del principio di proporzionalità tra l'utilitas del fondo dominante e la limitazione del diritto di proprietà del fondo servente. Infine, in tema di risarcimento del danno da occupazione sine titulo, il giudice può applicare il principio del danno in re ipsa, che comporta un alleggerimento dell'onere probatorio in capo al proprietario, il quale è tuttavia tenuto ad allegare e provare le concrete circostanze idonee a fondare il pregiudizio subito, non essendo sufficiente il mero riferimento al valore del canone di locazione.