Cassazione penale Sez. II sentenza n. 21990 del 31 maggio 2024

ECLI:IT:CASS:2024:21990PEN

Massima

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La prova nuova rilevante ai fini della revisione del giudicato penale, ai sensi dell'art. 630, comma 1, lett. c), cod. proc. pen., deve essere costituita da elementi di fatto sopravvenuti alla sentenza definitiva di condanna, non acquisiti nel precedente giudizio e non valutati neppure implicitamente dal giudice, purché idonei a dimostrare, in modo non manifestamente infondato, l'innocenza del condannato. La mera contestazione del metodo procedurale seguito dal perito di ufficio, senza l'apporto di nuove acquisizioni scientifiche in grado di superare i criteri adottati in precedenza e fornire risultati più adeguati, non integra il requisito della "prova nuova" richiesto dalla norma per l'ammissibilità dell'istanza di revisione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta da:

Dott. VERGA Giovanna - Presidente

Dott. DI PAOLA Sergio - Consigliere

Dott. DE SANTIS Anna Maria - Consigliere

Dott. CIANFROCCA Pierluigi - Consigliere

Dott. COSCIONI Giuseppe - Relatore

ha pronunciato la seguente

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
Sa.Ga. nato a B il (Omissis)
avverso l'ordinanza del 21/12/2023 della CORTE APPELLO di BOLOGNA
udita la relazione svolta dal Consigliere GIUSEPPE COSCIONI;
lette le conclusioni del Sostituto Procuratore generale PERLA LORI, che ha chiesto dichiararsi inammissibile il ricorso;
RITENUTO IN FATTO
1. Con ordinanza del 21 dicembre 2023, la Corte di appello di Bologna dichiarava inammissibile l'istanza di revisione proposta nell'interesse di Sa.Ga. avverso la sentenza di condanna della Corte di appello di Trieste, che aveva confermato la decisio…

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