Il legittimario che rinuncia all'eredità ha diritto di ritenere le donazioni o di conseguire i legati a lui fatti, anche nel caso in cui operi la rappresentazione, senza che i beni oggetto dei legati o delle donazioni si trasmettano automaticamente ai rappresentanti. Tuttavia, i rappresentanti subentrati iure repraesentationis sono tenuti ad imputare tali disposizioni alla quota di legittima nella quale sono subentrati. Ciò al fine di tutelare le aspettative degli altri soggetti coinvolti nella successione e di garantire un giusto equilibrio tra le esigenze dei vari eredi, senza che si perpetrino iniquità a danno di questi ultimi. Il meccanismo previsto dall'art. 552 c.c. mira infatti a evitare che il rinunciante possa ritenere le donazioni, aggravando ingiustamente la posizione degli altri legittimari, mentre i rappresentanti possano far valere per intero la quota di legittima che sarebbe spettata al loro ascendente, senza tenere conto di quanto già da questi ricevuto in conto di legittima. L'imputazione delle donazioni e dei legati alla quota di legittima dei rappresentanti costituisce quindi uno strumento di riequilibrio volto a realizzare un assetto successorio equo e conforme ai principi di solidarietà familiare.