Cassazione penale Sez. III sentenza n. 21191 del 18 maggio 2023

ECLI:IT:CASS:2023:21191PEN

Massima

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Il trattamento illecito di dati personali, di cui all'art. 167 del Decreto Legislativo n. 196 del 2003 (Codice privacy), richiede, quale elemento costitutivo del reato, il nocumento arrecato all'interessato, inteso come pregiudizio, anche di natura non patrimoniale, subito dalla persona cui si riferiscono i dati quale conseguenza diretta dell'illecito trattamento. Tale nocumento deve essere previsto e voluto dall'agente come conseguenza della propria azione, non essendo sufficiente che esso si ponga quale conseguenza non voluta, ancorché prevista o prevedibile della condotta. Inoltre, la motivazione sulla sussistenza del reato di diffamazione, di cui all'art. 595 c.p., deve individuare puntualmente le affermazioni lesive della reputazione, dell'onore e del decoro della parte offesa, nonché l'elemento psicologico del reato, ossia la consapevolezza e volontà della condotta delittuosa.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. RAMACCI Luca - Presidente

Dott. GALTERIO Donatella - Consigliere

Dott. CORBETTA Stefano - Consigliere

Dott. GAI Emanuela - rel. Consigliere

Dott. ZUNICA Fabio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nata a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 10/05/2022 della Corte d'appello di Salerno;
Visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal consigliere Dr. Gai Emanuela;
letta la requisitoria del Pubblico ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dr. Orsi Luigi, che ha concluso chiedendo l'inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con sentenza del 10 maggio 2022, la Corte d'appello di Salerno ha riformato par…

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