Il reato di omesso versamento dell'IVA (art. 10-ter D.Lgs. n. 74/2000) è integrato dalla consapevole scelta dell'imprenditore di omettere il pagamento del tributo dovuto, anche qualora tale scelta sia dettata dalla volontà di garantire la continuità aziendale attraverso il pagamento di dipendenti e fornitori, in presenza di una situazione di difficoltà economica. L'inadempimento dell'obbligazione tributaria non può essere considerato ascrivibile a forza maggiore, salvo che l'imprenditore non dimostri di aver adottato tutte le iniziative possibili per provvedere tempestivamente alla corresponsione del tributo, anche a costo di misure sfavorevoli per il proprio patrimonio personale. Ai fini dell'applicabilità della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto (art. 131-bis c.p.), il giudice deve valutare complessivamente la gravità dell'offesa, tenendo conto anche della condotta susseguente al reato, come modificato dalla riforma "Cartabia" (D.Lgs. n. 150/2022), la quale può incidere sulla misura dell'offesa, senza tuttavia poter da sola rendere di particolare tenuità un'offesa che tale non era al momento della commissione del fatto. Qualora il reato risulti estinto per prescrizione, il giudice deve pronunciare l'annullamento senza rinvio della sentenza impugnata.