Il concorso esterno in associazione mafiosa si configura quando il soggetto, pur non inserito stabilmente nella struttura organizzativa dell'associazione e privo dell'affectio societatis, fornisce un concreto, specifico, consapevole e volontario contributo, idoneo a rafforzare le capacità operative dell'associazione e diretto alla realizzazione, anche parziale, del suo programma criminoso. Il reato di scambio elettorale politico-mafioso (art. 416-ter c.p.) è integrato dall'accordo elettorale tra l'uomo politico e l'associazione mafiosa, avente per oggetto la promessa di voti in cambio del versamento di denaro, senza che sia necessaria la conclusione di ulteriori patti che impegnino l'uomo politico ad operare in favore dell'associazione in caso di vittoria elettorale. Ove tali ulteriori patti vengano conclusi, occorre accertare se la condotta successivamente posta in essere dall'uomo politico a sostegno degli interessi dell'associazione assuma i caratteri della partecipazione ovvero del concorso esterno all'associazione medesima. Il divieto di bis in idem, tutelato a livello costituzionale e convenzionale, opera anche in caso di duplicazione dell'azione penale per il medesimo fatto, ancorché diversamente circostanziato, impedendo la procedibilità del procedimento iniziato per secondo, a prescindere dalla fase processuale in cui si trovi.