Cassazione penale Sez. IV sentenza n. 21448 del 19 maggio 2023

ECLI:IT:CASS:2023:21448PEN

Massima

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Il reato di furto si consuma quando il bene trafugato passa, anche se per breve tempo e nello stesso luogo in cui è stato sottratto, sotto il dominio esclusivo dell'agente, essendo irrilevanti sia il fatto che la "res furtiva" rimanga nella sfera di vigilanza della persona offesa, con la possibilità del suo pronto recupero, sia la durata del possesso, sia, infine, le modalità di custodia e di trasporto. L'aggravante della forzatura della serratura, prevista dall'art. 625 c.p., comma 1, n. 2, ricorre quando l'azione dell'agente abbia effettivamente provocato la rottura, il guasto, il danneggiamento o la trasformazione della cosa altrui, tale da determinare la necessità di un'azione di ripristino della funzionalità della cosa. La causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto di cui all'art. 131-bis c.p. non è applicabile ai reati di resistenza a pubblico ufficiale, in quanto espressamente esclusi dalla norma, mentre per gli altri reati la sua esclusione può desumersi dalla motivazione che evidenzi la gravità e pericolosità della condotta, incompatibile con il requisito della particolare tenuità. L'applicazione della recidiva facoltativa è rimessa alla valutazione discrezionale del giudice, che deve fornirne adeguata motivazione con riferimento all'idoneità della nuova condotta criminosa a rivelare la maggior capacità a delinquere del reo. Infine, ai fini del riconoscimento delle circostanze attenuanti generiche, il giudice può limitarsi a prendere in esame, tra gli elementi indicati dall'art. 133 c.p., quello che ritiene prevalente ed atto a determinare o meno il riconoscimento del beneficio.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUARTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DI SALVO Emanuele - Presidente

Dott. SERRAO Eugenia - Consigliere

Dott. BRUNO Mariorosa - rel. Consigliere

Dott. MARI Attilio - Consigliere

Dott. D'ANDREA Alessandro - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza dei 24/02/2022 della CORTE APPELLO di CATANZARO
visti oh atro, provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere (OMISSIS);
udito i- Pubblico Minstero in persona dei Sostituto Procuratore VINCENZO SENATORE che ha conciuso chiedendo.
RITENUTO IN FATTO
1. La Corte di appello di Catanzaro, con sentenza del 24/2/2022, in parziale riforma della pronuncia di primo grado, ha ridete…

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