Cassazione penale Sez. V sentenza n. 25062 del 9 giugno 2023

ECLI:IT:CASS:2023:25062PEN

Massima

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Il diritto di critica e di opinione dell'avvocato difensore trova un limite invalicabile nella mancanza di prova dei fatti posti a fondamento di accuse gravissime e infamanti nei confronti di un ufficiale superiore, che non possono essere giustificate né dal mandato professionale né dal codice deontologico forense. L'individuazione nominativa di tale ufficiale, quale destinatario di tali accuse, integra il reato di diffamazione, non essendo sufficiente a scriminare la condotta l'eventuale cautela o precisazione nell'esposizione, ove il nucleo fattuale risulti del tutto privo di riscontro. Il pregiudizio alla reputazione dell'ufficiale diffamato, derivante dalla conferenza stampa, giustifica la condanna al risarcimento dei danni, anche in assenza di prova di un autonomo danno ulteriore rispetto alla diffusione della notizia, atteso che la conferenza ha comunque avuto l'effetto di accreditare e rafforzare le accuse.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MICCOLI Grazia - Presidente

Dott. PISTORELLI Luca - Consigliere

Dott. SESSA Renata - Consigliere

Dott. SGUBBI Vincenzo - rel. Consigliere

Dott. CIRILLO Pierangelo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 24/02/2022 della CORTE APPELLO di ROMA;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
sentita la relazione svolta dal Consigliere Dott. VINCENZO SGUBBI;
lette le conclusioni scritte del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Dott. PASSAFIUME SABRINA, che ha concluso chiedendo l'annullamento senza rinvio, con revoca delle statuizioni civili, in accoglimento del primo motivo di ricorso;
lette le conclusioni del…

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