Cassazione penale Sez. III sentenza n. 21187 del 18 maggio 2023

ECLI:IT:CASS:2023:21187PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: La condotta "abusiva" idonea ad integrare il delitto di inquinamento ambientale di cui all'art. 452-bis c.p. comprende non soltanto quella svolta in assenza delle prescritte autorizzazioni, o sulla base di autorizzazioni scadute o palesemente illegittime o comunque non commisurate alla tipologia di attività richiesta, ma anche quella posta in essere in violazione di leggi statali o regionali - ancorché non strettamente pertinenti al settore ambientale - ovvero di prescrizioni amministrative. Il requisito dell'abusività della condotta qualifica la condotta costituendone una modalità tipica che restringe la portata del precetto penale, limitando la rilevanza penale della compromissione e del deterioramento (evento del reato) ai soli casi in cui, appunto, la condotta causante sia "abusiva". I concetti di "compromissione" e "deterioramento" consistono in un'alterazione, significativa e misurabile, della originaria consistenza della matrice ambientale o dell'ecosistema, caratterizzata, nel caso della "compromissione", da una condizione di squilibrio funzionale, incidente sui processi naturali correlati alla specificità della matrice o dell'ecosistema medesimi e, nel caso del "deterioramento", da una condizione di squilibrio "strutturale", connesso al decadimento dello stato o della qualità degli stessi. La "significatività" e la "misurabilità" del deterioramento ovvero della compromissione hanno la funzione di selezionare le condotte di maggior rilievo, escludendo quelle che hanno determinato un evento non significativo, irrilevante, irrisorio, minimo o trascurabile. Il reato di inquinamento ambientale è un reato di danno, causalmente orientato, per il quale non è richiesta la tendenziale irreversibilità del danno, sicché le condotte poste in essere successivamente all'iniziale deterioramento o compromissione non costituiscono "post factum" non punibile, ma singoli atti di un'unica azione lesiva che spostano in avanti la cessazione della consumazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. RAMACCI Luca - Presidente

Dott. ACETO Aldo - rel. Consigliere

Dott. GENTILI Andrea - Consigliere

Dott. NOVIELLO Giuseppe - Consigliere

Dott. MACRI' Ubalda - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
(OMISSIS) S.R.L.;
avverso la sentenza del 24/03/2022 della CORTE APPELLO di BRESCIA;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere ALDO ACETO;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale LUIGI GIORDANO che ha concluso chiedendo il rigetti dei ricorsi;
udito il difensore della parte civile, AVV. (OMISSIS), che ha concluso come da note scritte depositate …

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