Cassazione penale Sez. IV sentenza n. 20967 del 17 maggio 2023

ECLI:IT:CASS:2023:20967PEN

Massima

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Il giudice della riparazione per ingiusta detenzione non può valutare la condotta colposa lieve dell'imputato, anche ai fini della riduzione dell'entità dell'indennizzo, qualora l'accertamento della insussistenza ab origine delle condizioni di applicabilità della misura cautelare sia avvenuto sulla base di una diversa valutazione dei medesimi elementi trasmessi al giudice che ha emesso il provvedimento cautelare. In tali ipotesi, viene negata in radice l'efficienza causale della condotta dell'indagato sull'adozione della misura cautelare, essendo l'errore dell'Autorità giudiziaria da ritenersi autoreferenziale e incompatibile con qualsiasi valutazione della colpa, anche lieve, dell'imputato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUARTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PICCIALLI Patrizia - Presidente

Dott. PEZZELLA Vincenzo - Consigliere

Dott. D'ANDREA Alessan - rel. Consigliere

Dott. MICCICHE' Loredana - Consigliere

Dott. NOCERA Andrea - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 24/01/2022 della CORTE APPELLO di CATANZARO;
udita la relazione svolta dal Consigliere ALESSANDRO D'ANDREA;
lette/sentite le conclusioni del PG.
RITENUTO IN FATTO
1. Con ordinanza del 24 gennaio 2022 la Corte di appello di Catanzaro ha rigettato l'istanza di riparazione per ingiusta detenzione proposta da (OMISSIS), in relazione alla sofferta restrizione in custodia cautelare in carcere, per complessivi 924 gi…

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