Il mancato pagamento del canone concessorio alla scadenza della concessione demaniale marittima impedisce il rinnovo automatico della stessa, determinandone la decadenza e la conseguente configurabilità del reato di occupazione arbitraria di spazio demaniale marittimo ai sensi dell'art. 1161 c.n., a prescindere dall'attivazione di un formale procedimento di decadenza da parte dell'amministrazione. Infatti, la decadenza del concessionario per omesso pagamento del canone concessorio costituisce atto doveroso dell'amministrazione, rappresentando una clausola risolutiva espressa che determina la risoluzione di diritto del rapporto concessorio, senza necessità di provare la gravità dell'inadempimento. Pertanto, in assenza di un valido titolo concessorio, l'occupazione del bene demaniale integra il reato di cui all'art. 1161 c.n., a nulla rilevando l'esistenza di una pregressa concessione e la tempestiva presentazione dell'istanza di rinnovo, attesa la natura costitutiva e non meramente autorizzatoria del provvedimento amministrativo di concessione. Inoltre, la proroga ex lege dell'efficacia delle concessioni demaniali marittime disposta dall'art. 3, comma 3, L. n. 118/2022 non trova applicazione alle concessioni scadute e decadute per mancato pagamento dei canoni, in quanto la norma subordina espressamente tale beneficio alle sole concessioni "in essere" alla data di entrata in vigore della legge.