Cassazione penale Sez. I sentenza n. 24400 del 7 giugno 2023

ECLI:IT:CASS:2023:24400PEN

Massima

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Il riconoscimento del reato continuato richiede la prova di un disegno criminoso unitario, che presuppone l'anticipata e specifica ideazione di più violazioni della legge penale, desumibile da elementi concreti quali l'omogeneità delle condotte, la brevità del lasso temporale, l'identità del modus operandi e la costante compartecipazione dei medesimi soggetti. Tali elementi devono emergere fin dalla commissione del primo episodio delittuoso, non essendo sufficiente una generica inclinazione a delinquere o una tendenza a commettere reati della stessa indole sotto la spinta di circostanze più o meno occasionali. Pertanto, il riconoscimento della continuazione deve essere escluso qualora, pur in presenza di contiguità spazio-temporale e nesso funzionale tra le diverse fattispecie incriminatrici, la successione degli episodi sia tale da escludere la preventiva programmazione dei reati e rivelare, invece, l'occasionalità di quelli compiuti successivamente rispetto a quello cronologicamente anteriore.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ROCCHI Giacomo - Presidente

Dott. MAGI Raffaello - rel. Consigliere

Dott. LANNA Angelo V. - Consigliere

Dott. CENTONZE Alessandro - Consigliere

Dott. RENOLDI Carlo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 09/10/2020 del TRIBUNALE di SANTA MARIA CAPUA VETERE;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. RAFFAELLO MAGI;
lette le conclusioni del PG Dott. CUOMO L., che ha concluso per il rigetto del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con ordinanza resa in data 9 ottobre 2020, il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, in funzione di giudice dell'esecuzione, ha rigettato la richiesta presentata nell'interesse di (OMISSIS) di riconoscim…

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