Il datore di lavoro e il preposto, in virtù delle posizioni di garanzia loro attribuite dalla normativa in materia di sicurezza sul lavoro, sono responsabili civilmente ai sensi dell'art. 2043 c.c. per il danno subito dal lavoratore a causa della mancata adozione delle misure idonee a tutelare l'integrità fisica dello stesso, come l'omessa informazione sui rischi della macchina utilizzata, il mancato mantenimento del dispositivo di protezione e il mancato controllo sulla sua presenza. Tale responsabilità civile sussiste anche in caso di estinzione del reato per prescrizione, in quanto l'accertamento dell'illecito civile è autonomo e risponde a criteri probatori diversi da quelli penalistici, basandosi sulla "probabilità prevalente" anziché sull'"alto grado di probabilità logica". Pertanto, il giudice penale, pur spogliatosi della cognizione sulla responsabilità penale, può comunque procedere alla liquidazione del danno risarcibile in favore della parte civile, applicando le regole processuali e probatorie del processo penale.