Il contratto di conto corrente bancario, pur essendo un contratto consensuale, richiede la forma scritta ai fini della sua validità, con la conseguenza che la mancata produzione in giudizio di tutti i contratti accessori e secondari stipulati dalle parti nel corso del rapporto, nonché degli estratti conto analitici relativi all'intero periodo di svolgimento del rapporto, comporta l'impossibilità per il correntista di provare la sussistenza e il titolo degli addebiti annotati sul conto, con conseguente rigetto della domanda di ripetizione di indebito da lui proposta. Tuttavia, ove il correntista produca documentazione alternativa idonea a provare gli addebiti e i relativi titoli, come nel caso di "schede movimenti" redatte dalla banca, il giudice può comunque accertare la fondatezza della domanda di ripetizione per il periodo per il quale tale documentazione è stata prodotta. Inoltre, ai fini della determinazione del saldo finale del conto, il giudice può assumere come saldo iniziale quello risultante dal primo estratto conto disponibile, senza necessità di risalire all'apertura del conto, ove il correntista non abbia prodotto la documentazione relativa al periodo precedente. Infine, in tema di prescrizione, il correntista ha l'onere di provare il carattere ripristinatorio, anziché solutorio, delle rimesse accreditate sul conto, al fine di evitare l'applicazione del termine decennale di prescrizione.