Cassazione penale Sez. II sentenza n. 27877 del 27 giugno 2023

ECLI:IT:CASS:2023:27877PEN

Massima

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Il giudice di legittimità, nel confermare la sentenza di condanna emessa dalla Corte d'Appello, afferma che: 1. In tema di determinazione della competenza territoriale per il reato di riciclaggio, il reato si considera consumato nel luogo in cui si realizza il primo atto della condotta, anche se costituisce solo un segmento della stessa, essendo il reato di riciclaggio caratterizzato da una condotta frazionata e progressiva, affidata a più soggetti che agiscono in tempi e luoghi diversi. Pertanto, in assenza di elementi che consentano di individuare il luogo in cui è avvenuta la falsificazione dei documenti, la competenza si radica nel luogo in cui è avvenuta la consegna dell'auto e il pagamento del prezzo, in applicazione della regola suppletiva di cui all'art. 9 c.p.p. 2. L'acquisizione degli originali dei documenti falsificati non è decisiva ai fini della configurabilità del reato di riciclaggio, essendo sufficiente che sia accertato che la falsificazione sia avvenuta mediante l'utilizzo di un modulo originale "in bianco" oggetto di furto, in quanto ciò è idoneo ad ostacolare l'identificazione della provenienza delittuosa del bene, elemento centrale della fattispecie. 3. Integra il reato di riciclaggio anche la condotta che, pur non comportando l'alterazione materiale del bene, rende difficile l'accertamento della sua provenienza illecita, come nel caso di possesso di documenti identificativi del veicolo falsificati. Ciò in quanto il reato di riciclaggio mira a colpire tutte le condotte idonee ad ostacolare l'identificazione della provenienza delittuosa del bene, a prescindere dalla concreta efficacia dissimulativa della condotta. 4. È ammissibile il concorso tra il reato di ricettazione e quello di riciclaggio, quando il soggetto riceva una pluralità di cose di provenienza delittuosa, appartenenti alla stessa persona, rendendosi responsabile di entrambi i reati in relazione a beni diversi. 5. La valutazione della credibilità della persona offesa, anche se costituita parte civile, rientra nei normali poteri di apprezzamento del giudice di merito, senza che sia necessaria una specifica motivazione in tal senso, salvo che non emergano elementi tali da inficiarne radicalmente l'attendibilità. 6. In tema di continuazione, non sussiste l'obbligo di una specifica motivazione per ogni singolo aumento di pena, essendo sufficiente l'indicazione delle ragioni a sostegno della quantificazione della pena base, purché sia rispettato il limite legale del triplo della pena base.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ROSI Elisabetta - Presidente

Dott. BORSELLINO Maria Daniela - Consigliere

Dott. CIANFROCCA Pierluigi - Consigliere

Dott. AIELLI Lucia - rel. Consigliere

Dott. FLORIT Francesco - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso il provvedimento della Corte d'appello di Venezia del 25/2/2021;
visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;
preso atto che il procedimento viene trattato con contraddittorio scritto ai sensi del Decreto Legge n. 137 del 2020, articolo 23, comma 8, convertito nella L. 18 dicembre 2020, n. 176 (cosi' come modificato per il termine di vigenza dal Decreto Legge 30 dicembre 2021, n. 228, articolo 16 convertito nella L. 25 febbraio…

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