Cassazione penale Sez. III sentenza n. 10694 del 14 marzo 2024

ECLI:IT:CASS:2024:10694PEN

Massima

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Il giudice di legittimità, nel valutare la fondatezza dei motivi di ricorso avverso la sentenza di condanna per i reati di violenza sessuale e violazione degli obblighi di assistenza familiare, afferma che: 1. Le dichiarazioni della persona offesa, anche in assenza di riscontri esterni, possono costituire prova sufficiente per l'affermazione della responsabilità penale dell'imputato, purché siano valutate con particolare rigore e attenzione in ordine alla credibilità soggettiva del dichiarante e all'attendibilità intrinseca del suo racconto. Pertanto, il mero richiamo all'obbligo di motivazione e al principio del ragionevole dubbio, senza una specifica e argomentata allegazione delle ragioni concrete per le quali tali regole sarebbero state violate nel caso di specie, rende il motivo di ricorso generico e inammissibile. 2. In tema di violazione degli obblighi di assistenza familiare, la minore età del figlio a favore del quale è previsto l'obbligo di contribuzione al mantenimento rappresenta in re ipsa una condizione soggettiva di stato di bisogno, che non è esclusa per il fatto che il figlio non versi in reale stato di bisogno, ma goda di pieno benessere ed elevato tenore di vita, essendo sufficiente l'inadempimento totale e protratto negli anni dell'obbligo di contribuzione. 3. La motivazione della Corte di merito in ordine alla determinazione della pena, che ha operato un non trascurabile ridimensionamento della stessa, non può essere censurata in modo generico e astratto, senza l'indicazione di specifiche circostanze di fatto ignorate dal giudice del merito.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta da

Dott. ANDREAZZA Gastone - Presidente

Dott. CORBETTA Stefano - Relatore

Dott. MENGONI Enrico - Consigliere

Dott. MACRÌ Ubalda - Consigliere

Dott. ZUNICA Fabio - Consigliere

ha pronunciato la seguente

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
Ma.Ma., nato a T il (Omissis)
avverso la sentenza del 05/04/2023 della Corte di appello di Torino
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal consigliere ((omissis));
letta la requisitoria redatta ai sensi dell'art. 23 D.L. 28 ottobre 2020, n. 137, dal Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale ((omissis)), che ha concluso chiedendo l'inammissibilità o, comunque, il rigetto del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con la sentenza impugnata, in parziale riforma della pronuncia emessa dal Tribunale di T…

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