Cassazione civile Sez. I sentenza n. 17565 del 20 giugno 2023

ECLI:IT:CASS:2023:17565CIV

Massima

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Il decesso di uno dei coniugi nel corso del giudizio di scioglimento del matrimonio comporta la cessazione della materia del contendere, sia per quanto riguarda lo status matrimoniale che per le domande accessorie, come la richiesta di assegno divorzile. L'obbligo di corresponsione di tale assegno, infatti, è personalissimo e non trasmissibile agli eredi, in quanto inscindibilmente legato allo status personale del coniuge. Pertanto, il giudizio non può proseguire nei confronti degli eredi per l'accertamento della debenza dell'assegno, essendo tale posizione debitoria strettamente connessa alla persona del coniuge deceduto. Tuttavia, qualora il provvedimento di scioglimento del matrimonio sia già passato in giudicato, il giudizio può proseguire nei confronti degli eredi per l'accertamento dell'assegno divorzile dovuto sino al momento del decesso. In ogni caso, la mancata esposizione sommaria dei fatti di causa e del contenuto del provvedimento impugnato nel ricorso per cassazione comporta la sua inammissibilità, non potendo tale lacuna essere superata attraverso l'esame delle singole censure.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA CIVILE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BISOGNI Giacinto - Presidente

Dott. DI MARZIO Mauro - rel. Consigliere

Dott. IOFRIDA Giulia - Consigliere

Dott. LAMORGESE Antonio Pietro - Consigliere

Dott. CAPRIOLI Maura - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso iscritto al n. 9660/2022 R.G. proposto da:
(OMISSIS), domiciliato ex lege in ROMA, PIAZZA CAVOUR, presso la CANCELLERIA della CORTE di CASSAZIONE, rappresentato e difeso dall'avvocato (OMISSIS), ( (OMISSIS));
- ricorrente -
contro
(OMISSIS), (OMISSIS);
- intimati -
avverso SENTENZA di CORTE D'APPELLO BOLOGNA n. 1/2022 depositata il 17/09/2021;
Udita la relazione svolta nella Camera di consiglio del 19/05/2023 dal Consigliere Dott. MAURO DI MARZIO.
FATTO E DIRITTO
RILEVATO CHE:

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