Il dolo alternativo è configurabile quando l'agente, pur non avendo come fine primario la morte della vittima, accetta consapevolmente il rischio di cagionarla come conseguenza della propria condotta criminosa, posta in essere al fine di assicurarsi l'impunità per un altro reato. In tal caso, l'omicidio è punito con la pena dell'ergastolo, in ragione della circostanza aggravante di cui all'art. 576, comma 1, n. 1 c.p., che ricorre quando il fatto è commesso per eseguire od occultare un altro reato, ovvero per conseguire o assicurare a sé o ad altri il prodotto, il profitto o l'impunità di un altro reato. Tale previsione normativa non contrasta con i principi costituzionali, in quanto la pena perpetua non è incompatibile con la finalità rieducativa della sanzione, essendo prevista la possibilità di accedere alla liberazione condizionale. Inoltre, il giudice di legittimità non può sostituire la propria valutazione a quella del giudice di merito, se non in presenza di macroscopiche carenze logiche o contraddizioni nella motivazione, non ravvisabili nella fattispecie concreta.