Il contratto di agenzia può validamente prevedere che, in caso di estinzione anticipata del contratto concluso tra il cliente e il preponente per fatto o colpa imputabile al cliente, il compenso provvigionale spettante all'agente venga decurtato in proporzione ai mesi mancanti alla scadenza naturale del vincolo contrattuale, in quanto tale meccanismo è compatibile con la disciplina generale del diritto alla provvigione di cui all'art. 1748 c.c. e risponde a una logica negoziale equilibrata, che valorizza tanto il momento genetico dell'operazione conclusa dall'agente quanto quello dinamico della sua esecuzione. Inoltre, la mancata contestazione da parte dell'agente, entro il termine di decadenza convenzionalmente pattuito, dei documenti contabili emessi dal preponente in esecuzione di un apposito mandato, comporta l'implicita approvazione di quanto in essi documentato, tanto sotto il profilo dei fatti storici determinanti il credito del preponente, quanto sotto quello della loro quantificazione, ferma restando la possibilità di contestare la validità delle clausole contrattuali che ne costituiscono il fondamento.