Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 26739 del 20 giugno 2023

ECLI:IT:CASS:2023:26739PEN

Massima

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Il millantato credito presso pubblici ufficiali, pur formalmente abrogato, integra il reato di truffa qualora il fatto si concreti in raggiri e artifici volti a indurre in errore la vittima e procurare a sé o ad altri un ingiusto profitto con altrui danno. Perché sussista il reato di millantato credito è necessario che il millantatore vanti un'influenza effettiva o potenziale presso pubblici ufficiali, mentre la mera generica indicazione di pubblici funzionari non meglio identificati integra gli estremi della truffa. La costituzione di parte civile della persona offesa equivale alla manifestazione della volontà di punizione, rendendo irrilevante il successivo mutamento del regime di procedibilità a querela. L'aggravante del danno patrimoniale di rilevante gravità sussiste quando l'entità oggettiva del danno, anche in relazione alle condizioni economiche della vittima, sia tale da integrare un pregiudizio di notevole entità. La prescrizione del reato, ove intervenuta, determina l'annullamento senza rinvio della sentenza impugnata, ferme restando le statuizioni civili.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DE AMICIS Gaetano - Presidente

Dott. VILLONI Orlando - Consigliere

Dott. AMOROSO Riccardo - rel. Consigliere

Dott. TRIPICCIONE Debora - Consigliere

Dott. RICCIO Stefania - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 08/06/2022 della Corte di Appello di Torino;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Riccardo Amoroso;
letta la requisitoria scritta del Pubblico Ministero, in persona del sostituto Procuratore generale Cennicola Elisabetta, che, in via preliminare, ha richiesto il rinvio ai fini dell'acquisizione della querela delle persone offese di cui ai capi 17 e 23, e l'annullamento…

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