Corte d'appello civile Roma sentenza n. 1010 del 14 aprile 2023

Massima

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Il datore di lavoro non risponde per condotte mobbizzanti nei confronti del dipendente qualora quest'ultimo non riesca a provare in modo specifico e concreto la sussistenza di un disegno persecutorio unitario e preordinato da parte del datore di lavoro, caratterizzato dalla pluralità, durata e frequenza di azioni ostili, dal dislivello tra gli antagonisti e dall'intento di prevaricazione, non essendo sufficiente la mera allegazione di plurime condotte datoriali illegittime. Inoltre, la documentazione medica attestante la sussistenza di patologie in capo al lavoratore non è di per sé sufficiente a provare il nesso di causalità tra tali patologie e le asserite condotte mobbizzanti, in assenza della dimostrazione dell'esistenza di un evento dannoso (condotte mobbizzanti) nei confronti del lavoratore.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA
IN NOME DEL POPOLO ITALIANO
LA CORTE DI APPELLO DI ROMA
III SEZIONE LAVORO
Composta dai Magistrati:
Dott.ssa Maria Gabriella Marrocco - Presidente
Dott. Vincenzo Turco - Consigliere relatore
Dott. Enrico Sigfrido Dedola - Consigliere
il giorno 8 marzo 2023, ha pronunciato la seguente
SENTENZA
nella causa civile in grado di appello iscritta al n. 4163/2018 del Ruolo Generale Civile - Lavoro e Previdenza
TRA
(...), nata a R. il (...), rappresentata e difesa per procura in atti dall'Avv. Ba.Di.
APPELLANTE
E
(...) S.P.A., C.F. (...), in persona del legale rappresentante pro tempore, rappresentata e difesa per procura in atti dagli Avv.ti Ch.Pe. e Gi.Pe.
APPELLATA
OGGETTO: appello avverso la sentenza n. 158/2018 del Tribunale di Rieti - Sezione Lavoro - pubblicata il 20.09.2018, non notificata
SVOLGIMENTO DEL PROCESSO E MOTIVI DELLA DECISIONE
Con ricorso di primo grado, (...), dipendente della (...) S.p.a.…

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