Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: La responsabilità penale per omicidio colposo in ambito stradale presuppone non solo la prevedibilità dell'evento dannoso, ma anche la sua effettiva evitabilità da parte dell'agente mediante l'adozione di un comportamento alternativo lecito. Pertanto, anche laddove la condotta di guida non sia pienamente conforme alle regole di prudenza e diligenza, il reato non può essere ascritto all'imputato qualora, sulla base di una valutazione ex ante, l'evento dannoso non sarebbe comunque stato evitato nonostante l'adozione di un comportamento appropriato. In tali casi, il nesso causale tra la condotta e l'evento si interrompe, escludendo la responsabilità colposa. Il giudizio di evitabilità dell'evento deve tenere conto di tutti gli elementi presenti al momento del fatto, comprese le concrete possibilità di manovra e di controllo del veicolo in relazione alle specifiche condizioni di tempo, luogo e visibilità.