Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 21409 del 18 maggio 2023

ECLI:IT:CASS:2023:21409PEN

Massima

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Il contributo del concorrente nel tentativo di estorsione deve essere effettivo e non meramente intenzionale, risultando necessario un adeguato supporto logico e probatorio per affermare la gravità indiziaria a suo carico. L'aggravante del metodo mafioso ex art. 416-bis.1 c.p. non può essere riconosciuta sulla base della sola estraneità del concorrente alle minacce rivolte alle vittime o dell'ignoranza da parte dei partecipi all'associazione criminale della sua offerta di collaborazione, richiedendosi un più stretto collegamento con le finalità agevolative della consorteria mafiosa. Nell'apprezzamento delle esigenze cautelari, il giudice deve altresì considerare il tempo trascorso dai fatti, la marginalità del contributo, la circostanzialità dei rapporti con i correi e la sostanziale incensuratezza dell'indagato, in un contesto socio-ambientale degradato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CALVANESE Ersilia - Presidente

Dott. GIORGI Maria Silvi - Consigliere

Dott. ROSATI Martin - rel. Consigliere

Dott. VIGNA M. Sabina - Consigliere

Dott. DI GERONIMO Paolo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 27/09/2022 del Tribunale di Catanzaro;
letti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. Martino Rosati;
lette le richieste del Pubblico ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dr. Piccirillo Raffaele, che ha concluso per l'annullamento con rinvio dell'ordinanza;
lette le richieste del difensore del ricorrente, avv. (OMISSIS), che ha concluso per l'…

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