Il riconoscimento dell'imputato da parte della persona offesa, anche se avvenuto successivamente all'apprendimento del suo nome e alla visione di sue immagini, può essere ritenuto attendibile e genuino qualora risulti corroborato da altri elementi probatori, come la compatibilità dell'abbigliamento e della camminata dell'aggressore con quelli dell'imputato, nonché dalla circostanza che quest'ultimo si trovasse sul luogo e nel momento del fatto. L'inosservanza delle formalità previste per la ricognizione personale non comporta necessariamente la nullità o inutilizzabilità dell'atto, purché siano comunque rispettati i principi di genuinità e attendibilità della prova. L'assenza di tracce di DNA sui vestiti della vittima non inficia la ricostruzione accusatoria, in assenza di una specifica richiesta della difesa di effettuare l'esame del profilo genetico dell'imputato. Le dichiarazioni dei testimoni a discarico, ritenute inattendibili dai giudici di merito, non possono essere rivalutate in sede di legittimità, in assenza di palesi vizi logici della motivazione.