La mera esistenza di rapporti di servizio o di collaborazione professionale tra un membro della commissione di concorso e alcuni candidati non determina di per sé un effetto di incompatibilità, a meno che tali rapporti non siano caratterizzati da una particolare intensità, sistematicità, stabilità e continuità, tale da far sorgere il concreto sospetto che la valutazione dei candidati non sia oggettiva ma influenzata dalla conoscenza personale. L'onere di provare la sussistenza di tali requisiti grava sulla parte che eccepisce il conflitto di interessi, non essendo sufficiente la mera affermazione di una generica "collaborazione storica" o di un coinvolgimento in attività connesse al concorso. La valutazione circa l'effettiva incidenza dei rapporti personali o professionali sull'imparzialità della commissione deve essere effettuata in concreto, tenendo conto di tutti gli elementi del caso specifico, senza che la mera conoscenza o il pregresso rapporto di lavoro tra commissario e candidato possano di per sé integrare una causa di incompatibilità.