Il trasferimento d'ufficio di un dipendente pubblico per esigenze di servizio, anche temporanee, è legittimo se adottato dal dirigente competente sulla base di una riorganizzazione disposta dall'organo di governo, senza necessità di una valutazione comparativa con altri dipendenti, purché il trasferimento sia motivato dall'esigenza di assegnare al dipendente mansioni corrispondenti alla sua qualifica e professionalità. Tuttavia, il datore di pubblico impiego è tenuto ad assegnare al dipendente trasferito mansioni effettivamente corrispondenti alla sua qualifica, evitando di lasciarlo inattivo per un periodo ingiustificatamente lungo, pena il risarcimento del danno alla professionalità derivante dal demansionamento. Il danno alla professionalità deve essere liquidato in via equitativa, tenendo conto della qualità e quantità dell'esperienza lavorativa pregressa, della natura della professionalità coinvolta, della durata del demansionamento e delle altre circostanze del caso concreto.